17-05-2014, Mestre(VE) - Veneto
"Non sono due ore di piscina riservata alle praticanti di una religione a concretizzare una reale integrazione”. Lo afferma Luca Zaia, presidente della regione Veneto, commentando le tensioni verificatesi all'esterno della piscina pubblica di Mestre, dove una parte dell'orario è stata riservata all’uso esclusivo da parte delle donne,in particolare per favorire la partecipazione delle donne di religione musulmana. "Senza la benché minima reciprocità, che invece è elemento fondante della convivenza pacifica - sostiene Zaia - non si fa altro che innalzare gli steccati e creare una discriminazione grazie alla quale le regole di un Paese, i suoi usi, i suoi costumi, in questo caso i nostri, vengono piegati alle leggi di una sola religione. Vorrei vedere cosa succederebbe se una donna veneta e cristiana andasse in giro per un paese islamico abbigliata come sempre e non coperta in un certo modo, come prescrivono leggi usi e costumi di quei popoli. Verrebbe rispettata e capita e le sarebbe consentito di andare in una piscina pubblica in bikini o verrebbe perseguita? Temo sia buona la seconda ipotesi e quindi l'esistenza di una inaccettabile non reciprocità».
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