18-02-2014, Roma(RM) - Lazio
Il quotidiano intitola: "Indiani «liberi» di uccidere gli italiani. Un ragazzone romano di 33 anni ucciso con un cacciavite da un barbone indiano di 57". La specificazione della nazionalità nel titolo dell'articolo risulta irrilevante ai fini informativi e in contrasto con il codice deontologico ricordato anche nella Carta di Roma. Inoltre, il giornalista, nel raccontare l'accaduto, presenta le sue personalissime considerazioni, stigmatizzanti e cariche di stereotipi: "L'Italia sta a guardare e intanto loro vengono qui e fanno come vogliono. Chi commette reati non viene espulso, fino a che non ci scappa il morto (…) I residenti lo descrivono tranquillo, ma evidentemente solo quando non gli rompono le scatole. Stava lì da un po' (…) La roulotte gliel'ha procurata la Comunità di Sant'Egidio. Sulla questione sono polemici i consiglieri regionale e del XII Municipio, Fabrizio Santori e Marco Giudici: «Sant'Egidio ha responsabilità morali gravi, certo assistenzialismo è marketing sociale»".
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