17-12-2019, Roma(RM) - Lazio

In una nota rivolta a tutti gli amministratori comunali e regionali, nonché al Governo, l’Asgi interviene nuovamente sulla questione “documenti aggiuntivi” attestanti l’assenza di immobili di proprietà nei Paesi di origine, richiesti ai cittadini stranieri che fanno domanda di accesso agli alloggi pubblici alla luce della pubblicazione del decreto del Ministero del Lavoro su quali Paesi possono effettivamente produrre tali documenti. Numerose leggi regionali (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, ecc.) prevedono che possano accedere agli alloggi pubblici solo coloro che non possiedono un immobile in proprietà in nessun Paese del mondo. Ciò ha comportato la non ammissione o cancellazione dalle graduatorie di molte famiglie straniere, anche in condizione di grave bisogno. Asgi, che ha già avviato contenziosi in materia davanti a vari Tribunali, denuncia l’ingiustizia e l’illogicità di tali previsioni. E’ altamente illogico, infatti, che la pubblica amministrazione possa mettere in discussione un diritto fondamentale della persona quale il diritto alla casa (tutelato anche dall’art. 34 Carta dei diritti fondamentali) per la mancanza di un documento che la stessa pubblica amministrazione riconosce essere impossibile da reperire. Asgi ribadisce quindi la richiesta al Governo di modificare il DPR 445/00, nel senso di escludere la richiesta di documentazione aggiuntiva per gli stranieri ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali agevolate e alla casa. In attesa di tale modifica, chiede che le Regioni e le Amministrazioni Comunali pongano rimedio a questa irragionevole situazione e che limitino la richiesta di documenti aggiuntivi all’ISEE ai soli paesi non compresi nell’elenco di cui al DM 21.10.2019 (che ha indicato i soli 19 paesi nei quali è possibile ottenere da una “autorità competente” la documentazione attestante la esistenza o inesistenza di immobili in proprietà, relativamente al reddito di cittadinanza).