13-08-2020, Roma(RM) - Lazio

Il 50enne Gianluca Nicoletti, titolare di un ristorante in via Vespasiano 25, vuole dare una “lezione esemplare” al suo dirimpettaio, Rahaman Juwel, un commerciante del Bangladesh, che gestisce un minimarket sulla stessa strada. Prima le minacce: «Smetti di vendere alcolici». Poi la violenza senza freni: il negozio del signore bengalese devastato, le bottiglie rotte, i calci e gli insulti alle forze dell'ordine. La sua “colpa” sarebbe stata quella di vendere birre a poco prezzo, alimentando un continuo viavai a tutte le ore. Juwel, che rimane ferito nel corso della confusione, è terrorizzato. Ma trova la lucidità di riprendere le violenze con il suo smartphone. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, Nicoletti si ritrova di fronte al giudice monocratico per la convalida dell'arresto: nega di aver aggredito i poliziotti, ma rivendica, di fatto, il raid presso il minimarket, sostenendo di essere esasperato dal degrado della zona. «Non sono razzista. Gli ho detto che deve smettere di dare da bere agli ubriachi, che poi vomitano per strada di fronte al mio ristorante. Non è la prima volta che succede, mi ero anche rivolto ai carabinieri per questo problema». La duplice aggressione per il giudice monocratico, che ha convalidato l'arresto dopo aver visionato le immagini riprese dallo smartphone della vittima, sarebbe il sintomo di «un'indole violenta, incontenibile e trasmodante all'ira senza alcun freno inibitorio». Condannato con rito abbreviato a un anno per la resistenza ai poliziotti, nei confronti del ristoratore il giudice monocratico dispone l'obbligo di firma quotidiano presso il commissariato Prati. Per il danneggiamento del minimarket, rischia invece un nuovo processo. Rahman Juwel, che ha riportato ferite giudicate guaribili in quattro giorni, ha già denunciato il suo vicino di strada.