13-04-2015, Milano(MI) - Lombardia
Vittorio Feltri intitola su Libero: "Togliete i figli a quei rom che li mandano a rubare". Nell'articolo si legge: "Si rimprovera a Salvini di usare un lessico inaccettabile, offensivo nei confronti delle minoranze non stanziali (vietato definirle nomadi, chissà perché?). Dal che si evince una cosa: per qualcuno (politici, giornalisti e sedicenti intellettuali) sono maggiormente importanti le parole che non i fatti da esse descritti. Per cui non contano i furti commessi sistematicamente dai virgulti rom, i quali non andrebbero né sgridati né, tantomeno, perseguiti in quanto minori, mentre pesa assai la mancanza di comprensione delle camicie verdi nei confronti di povera gente costretta a vivere in tende e roulotte causa indigenza. Se i rom non mandano i bambini a scuola e insegnano loro a rubare c'è un solo provvedimento da assumere: far intervenire le assistenti sociali in maniera che agiscano al fine di privare i genitori della patria potestà e affidare i fanciulli a educatori di appositi istituti, esattamente ciò che accade a chiunque in analoghe circostanze. Segnaliamo inoltre che sono disponibili, nei casi più gravi, le carceri minorili. Sorvolare sui reati delle zingarelle (abbiamo esaurito i sinonimi e gli eufemismi) equivale a incentivarli. Nessuno cova livore verso i rom, o vuole alimentare forme di razzismo. I campi vanno chiusi perché sono illegali, non perché antiestetici e inquinati da lordure di ogni tipo, che pure sarebbero buoni motivi per eliminarli. Rimane il nodo delle case. Persuasi che i rom siano cittadini (spesso italiani) al pari di noi, non siano affatto contrari a riconoscere loro il diritto di comprarsene una adeguata: basta che la paghino e non pretendano di averla gratis o in comodato. Le banche accendono mutui a chi fornisca garanzie, se ne infischiano degli alberi genealogici dei clienti. Qualcuno pensa di avere i requisiti per vedersi assegnato un alloggio popolare? Si metta in fila per ottenerlo in base alle norme valide per ogni italiano. Sbaraccare i campi, raderli al suolo, dargli fuoco: sono dettagli che non ci stanno a cuore. Ce ne infischiamo anche delle sfumature lessicali. Occorre sia fatta la volontà del legislatore. Il suolo pubblico non è di proprietà dei rom e dei loro allievi ladri".
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