12-07-2013, Treviglio(BG) - Lombardia
Il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, dal palco della festa del Carroccio, attacca nuovamente la ministra Kyenge: «Fa bene a fare il ministro, ma forse lo dovrebbe fare nel suo Paese. È anche lei a far sognare l'America a tanti clandestini che arrivano qui. Io mi consolo quando navigo in Internet e vedo le fotografie del governo. Amo gli animali, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango». Le parole di Calderoli, che spingono il Pd a chiederne le dimissioni immediate, si scontrano con l'indifferenza da parte della Lega Nord, tanto che il senatore chiama il ministro Kyenge "per scusarsi". Nei giorni successivi, l'ex ministro per la Semplificazione si difende derubricando l'accaduto al livello di "una battuta simpatica, inserita in un intervento più articolato di critica alla politica del ministro". Qualche giorno dopo, suscitata l'indignazione generale, e a seguito di un esposto presentato in procura dal Codacons, Roberto Calderoli viene iscritto nel registro degli indagati. La procura di Bergamo apre un fascicolo, ipotizzando nei suoi confronti il reato di diffamazione aggravata dalla "discriminazione razziale". Nel novembre 2013, il procuratore chiede il giudizio immediato per il senatore leghista. La richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti era stata approvata per il reato di “diffamazione”, ma respinta per quel che riguardava l’aggravante “razziale”, da parte del Senato, che aveva difeso strenuamente Calderoli, sostenendo che le sue erano opinioni «espresse da un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni», e quindi “insindacabili”. Il tribunale di Bergamo ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale che, nel marzo 2018, ha stabilito che le opinioni espresse da Calderoli non avevano “alcun nesso funzionale con l’esercizio dell’attività parlamentare”. E la prerogativa dell’insindacabilità “non poteva essere estesa sino a ricomprendere gli insulti”. Nel gennaio 2019, Roberto Calderoli viene condannato in primo grado a 1 anno e 6 mesi di carcere (pena sospesa) per diffamazione con l’aggravante dell’odio “razziale” nei confronti di Cecile Kyenge.
Comune | Provincia | Regione | Fonte | Atti | Violenze verbali | Propaganda | Manifestazioni Razziste |
Treviglio | BG | Lombardia | La Repubblica | Violenze verbali | Propaganda razzista | Hate speech, discorsi d’odio, incitamento all’odio | |
Violenze fisiche | Danni proprietà | Discriminazioni istituzionali | Moventi | Ambiti | Tipologia autore | Gruppi | Attori istituzionali |
Tratti somatici | Relazioni Sociali | ||||||
Attori amministrativi | Partiti | Età attori | Età vittime | Genere vittima | Gruppo Bersaglio | Nazionalità | Area |
Lega Nord | Adulto 30-65 anni | italo-congolese | Politica |