11-08-2013, San Benedetto dei Marsi(AQ) - Abruzzo

La moglie di Salah Karim, cittadino marocchino, rimprovera un gruppo di giovani perché sta facendo troppo rumore durante la notte. Karim scende in strada e viene aggredito e colpito anche con una bicicletta. «Negro, schiavo, figlio di p..., vi ammazziamo tutti», gli gridano. Durante la stessa notte, poco dopo il pestaggio, viene danneggiata e poi incendiata la vettura di un altro cittadino marocchino, Ahmed Bouhachim, parcheggiata nelle vicinanze. Dopo pochi giorni, i carabinieri, su disposizione del gip, eseguono sei ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone perché ritenute responsabili di lesioni aggravate in concorso, incendio aggravato in concorso, con l'ulteriore circostanza aggravante, di aver agito per "motivi razziali". Fra i coinvolti nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Avezzano, anche un carabiniere di stanza a Roma e un minore. Nel marzo 2019, il pubblico ministero titolare dell”inchiesta chiude le indagini preliminari. Nel marzo 2020, la Procura chiede il rinvio a giudizio per 6 uomini, tutti del posto. Tra loro sotto indagine anche un carabiniere, accusato tra l’altro di avere abusato delle proprie funzioni pubbliche. Secondo il pm, si è trattato di «raid razzisti», compiuti con «assoluta brutalità morale» da coloro che volevano vestire i panni dei «giustizieri», agendo nei confronti di stranieri non comunitari «con evidente volontà di rinfocolare i conflitti razziali che covano sotto la cenere in tutto il territorio marsicano». Le accuse, per tutti, vanno dalle lesioni volontarie all’incendio doloso, con l’aggravante di avere agito “in incitamento all’odio razziale” e per futili motivi.