11-03-2014, Albano Sant'Alessandro(BG) - Lombardia
Rachida T., cittadina marocchina, ha un permesso per lungosoggiornanti, quattro figli minori e un reddito inferiore ai limiti previsti per poter chiedere la Social Card. Quando presenta la domanda all'ufficio postale, non viene accettata poiché il software di Poste italiane ammette per la casella "cittadinanza" solo i codici I, IT o ITA, e l'addetto allo sportello le spiega: "Possono presentare domanda solo gli italiani". Tuttavia, la legge dice che anche i cittadini stranieri hanno diritto alla "social card", ma in generale, gli enti pubblici che dovrebbero rilasciarla fanno finta di niente, disinformano e non permettono agli immigrati neanche di presentare le domande. Allora Rachida sentendosi vittima di una discriminazione, insieme ad Asgi, Cgil e Coop. Ruah, avvia un'azione legale davanti al tribunale di Bergamo. Nel ricorso si chiede, quindi, di rilasciare la Social Card a Rachida. Ma anche di accertare il carattere discriminatorio della condotta dell'Inps, dei ministeri del Lavoro e dell'Economia e delle Finanze e di Poste Italiane, obbligando quest'ultima ad aggiornare il software per accettare le domande degli immigrati, e tutti ad aggiornare i loro siti e a promuovere una campagna per "informare gli stranieri" e "limitare i danni prodotti dalle erronee informazioni sino ad ora fornite".
Comune | Provincia | Regione | Fonte | Atti | Violenze verbali | Propaganda | Manifestazioni Razziste |
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