08-05-2019, Roma(RM) - Lazio
Nella periferia romana, dopo le rivolte anti- rom dei residenti di Torre Maura e Casalotti supportate da CasaPound, l’assegnazione a Casal Bruciato di una casa popolare ad una famiglia rom (14 componenti che hanno deciso di aderire al piano del Campidoglio e lasciare il campo de La Barbuta) fa scattare una nuova protesta. Dopo le proteste in strada, la famiglia riceve minacce di violenze e di morte. «Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati», dicono alcune donne radunate nel cortile di via Satta. Un’altra si lascia andare a nostalgie azzardando: «Richiamiamo Mussolini che è morto?». «Magari» risponde il grosso dei manifestanti. Un’escalation vergognosa di minacce, insulti, urla, frasi anche raccapriccianti che culmina con il «ti stupro» urlato da un militante di CasaPound all’indirizzo di una donna rom che stava rientrando col figlio nella casa popolare.
Comune | Provincia | Regione | Fonte | Atti | Violenze verbali | Propaganda | Manifestazioni Razziste |
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Origini nazionali o etniche | Casa | Gruppi di estrema destra | |||||
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