05-12-2012, Giulianova(TE) - Abruzzo
Un cittadino rom, Achille Di Rocco, 56 anni, definito dalla stampa il "capo clan" locale, viene obbligato a lasciare la casa popolare del quartiere Annunziata in cui abita perché stabilito dall'amministrazione comunale. Lo sfratto della famiglia rom (tra i cui componenti ci sono anche una invalida ultraottantenne e un ragazzo di 10 anni) avviene sulla base di una condanna ricevuta anni fa dalla moglie del "capoclan", successivamente annullata in un processo di revisione della causa. Sullo sfratto si apre un contenzioso civile con il Comune: l'Ansa riporta una denuncia per "discriminazione razziale".Di Rocco ritiene che «un normale procedimento amministrativo volto a verificare la sussistenza dei presupposti per un'eventuale decisione di revoca dell'assegnazione di un alloggio popolare, è stato presentato come un'iniziativa politica, 'spettacolarizzata' tramite un'inusuale e martellante ricorso alla stampa». Inoltre, nel suo esposto, descrivendosi vittima di una sorta di 'apartheid', sottolinea «un'azione politica condotta dall'amministrazione del Comune di Giulianova, che sembra decisa a voler 'risolvere' il problema dell'integrazione tra la 'popolazione' e i 'rom stanziali', tramite lo 'spostamento' di questi dalle case popolari».
Comune | Provincia | Regione | Fonte | Atti | Violenze verbali | Propaganda | Manifestazioni Razziste |
Giulianova | TE | Abruzzo | primadanoi.it | Discriminazioni | |||
Violenze fisiche | Danni proprietà | Discriminazioni istituzionali | Moventi | Ambiti | Tipologia autore | Gruppi | Attori istituzionali |
Altri provvedimenti | Origini nazionali o etniche | Rapporti con le istituzioni | |||||
Attori amministrativi | Partiti | Età attori | Età vittime | Genere vittima | Gruppo Bersaglio | Nazionalità | Area |
Impiegati nella pubblica amministrazione | Adulto 30-65 anni | Rom | rom | Istituzioni |