05-12-2007, Treviso(TV) - Veneto
Il consigliere leghista Giorgio Bettio interviene, durante il consiglio comunale, per dare il suo appoggio all'ordinanza "anti-sbandati", sottoscritta dal sindaco Gobbo, e per chiedere metodi più duri contro i cittadini stranieri che abitano in città. E dichiara: «Non è possibile che gli immigrati vengano a vivere nei nostri condomini e poi comincino a comportarsi come Ras di quartiere o terroristi. Dovrebbero rispettare le regole e invece prima fanno finta di non capire poi, se redarguiti, passano alla minacce. Il decreto è troppo tenero». E lancia la sua proposta: «Gli immigrati che chiedono la residenza, se in possesso dei requisiti, dovrebbero essere messi sotto osservazione per sei mesi. Sarebbe giusto fargli capire come ci si comporta usando gli stessi metodi dei nazisti. Per ogni trevigiano a cui recano danno o disturbo, vengono puniti dieci extracomunitari». Dopo la bufera scatenatasi a seguito alle sue dichiarazioni, Bettio si pente e chiede scusa: "Mi sono fatto trascinare dalla rabbia, perché mia madre era stata minacciata da vicini stranieri. Ho sbagliato". Non solo. Annuncia di voler abbandonare la politica. Intanto il Procuratore della Repubblica apre un'inchiesta (i reati ipotizzati sono "istigazione all'odio razziale", apologia di fascismo e istigazione a delinquere) e il presidente della Regione Galan (Forza Italia) annuncia un esposto contro il consigliere leghista.
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