03-07-2022, Milano(MI) - Lombardia
La macchina del centrocampista del Milan, Tiémoué Bakayoko, viene fermata dalla polizia. Il calciatore viene perquisito da un poliziotto, mentre una collega punta una pistola contro un’altra persona che è dentro l’automobile. Quando i due agenti si rendono conto di aver fermato un calciatore famoso, lo lasciano andare. Il controllo è stato eseguito sulla base di una nota radio diramata dalla centrale operativa della questura di Milano che ha segnalato un suv sospetto che aveva una corrispondenza con quello di Bakayoko. Pochi istanti prima c’era stata una sparatoria a Corso Como. Secondo le descrizioni dei presenti, i responsabili erano due persone di origini centro-africane che si trovavano a bordo di un suv e uno di questi aveva la maglietta verde, come quella del calciatore. In pratica, la perquisizione è avvenuta a causa di un presunto sospetto. Amnesty International Italia commenta la vicenda dicendo che le modalità di perquisizione di Bakayoko “fanno pensare a una profilazione etnica” che avrebbe avuto conseguenze gravi su una persona meno famosa. Infatti, il centrocampista ha dichiarato in seguito che se i poliziotti non l’avessero riconosciuto ci sarebbero state delle conseguenze peggiori.
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