02-11-2018, Milano(MI) - Lombardia
Una donna, cittadina italiana di origine somala, da 25 anni nel nostro Paese, sebbene avesse il volto scoperto e ben riconoscibile, viene cacciata dal direttore dell'ufficio postale di Corso di Porta Ticinese, angolo via Urbano III, con modi bruschi. La donna era entrata nell’ufficio postale e aveva atteso il suo turno, ma il direttore le ha intimato di uscire perché indossava il foulard sulla testa. La donna, collaboratrice domestica presso una coppia di avvocati, racconta l’accaduto ai suoi datori di lavoro e poi con il loro aiuto denuncia l’accaduto. L'azienda Poste Italiane, contattata, ha specificato che ovviamente il divieto d'ingresso nei suoi uffici riguarda chi indossa caschi da moto, passamontagna o in generale ha il volto coperto e non riconoscibile.
Comune | Provincia | Regione | Fonte | Atti | Violenze verbali | Propaganda | Manifestazioni Razziste |
Milano | MI | Lombardia | Repubblica.it | Discriminazioni | |||
Violenze fisiche | Danni proprietà | Discriminazioni istituzionali | Moventi | Ambiti | Tipologia autore | Gruppi | Attori istituzionali |
Appartenenza religiosa | Relazioni Sociali | ||||||
Attori amministrativi | Partiti | Età attori | Età vittime | Genere vittima | Gruppo Bersaglio | Nazionalità | Area |
Adulto 30-65 anni | Adulto 30-65 anni | italiana | Società |