02-03-2014, Milano(MI) - Lombardia
Il quotidiano pubblica un articolo di Mario Giordano, intitolato: "Nel nome di Allah. Calcio, dalla Fifa ok al turbante. Ma vieta le magliette ...". Il testo è carico di pregiudizi e stereotipi nei confronti dell'Islam, e utilizza anche un linguaggio offensivo e stigmatizzante ("Anche il calcio s'inginocchia verso la Mecca: la federazione internazionale del football ha deciso che giocatori e giocatrici potranno scendere in campo con hijab, niqab, chador e (già che ci siamo) anche turbanti sikh … Ora sarà interessante vedere quando cominceranno anche le giocatrici, trasformando l'area di rigore in una specie di ritrovo di donne mascherate. E poi diventerà ancor più divertente quando scenderanno in campo i primi bomber col turbante sikh: sicuramente sotto porta riusciranno a svettare più in alto di tutti. Dal colpo di testa alla Aldo Serena al colpo di testa alla Sandokan … Ed è abbastanza singolare che mentre viene dato il via libera al velo islamico venga vietato invece il messaggio cristiano. Avanti di questo passo e ci aspettiamo che la prossima mossa sia la multa per il calciatore che entra in campo facendosi il segno della croce. O magari l'obbligo di recitare un versetto del Corano prima di tirare il calcio di punizione").
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