Sono state portate via da Quinto di Treviso le cento persone che sarebbero dovute entrare nel residence. Lo ha riferito il sindaco, citando una comunicazione della Prefettura, dove si spiega che i richiedenti asilo verranno trasferiti nella caserma abbandonata ‘Serena’, tra i comuni di Treviso e Casier. Oggi, i sindaci dei due comuni coinvolti hanno invitato le comunità “a mantenere un comportamento civile, all’altezza dei valori che da sempre le contraddistinguono”. Una nota indispensabile, visto come sono state accolte a Quinto di Treviso queste cento persone in fuga dalle guerre, arrivate su due pullman scortati dalla polizia.
“E’ una grande vittoria, frutto di una battaglia condotta civilmente, a parte qualche intemperanza”, afferma, intervistato dai quotidiani locali, un uomo residente nella zona dove dovevano essere ospitati i profughi. Le “intemperanze” a cui si riferisce sono gli assalti che in questi giorni sono stati compiuti ai danni degli appartamenti destinati ai profughi. Ieri e mercoledì un gruppo di persone – militanti di Lega nord, Forza Italia e Forza Nuova secondo le prime ricostruzioni – è entrato in uno degli appartamenti appiccando il fuoco al materiale destinato ai profughi, reti, doghe, mobili, materassi. Un militante di Forza Nuova, già identificato, ha colpito con un pugno al volto il portiere – un uomo di Treviso di 68 anni – degli appartamenti destinati ai migranti. I manifestanti hanno impedito di distribuire i pasti alla cooperativa che avrebbe dovuto gestire l’accoglienza: calci, spintoni, urla. Solo dopo un’ora il cibo è stato distribuito, direttamente dalla polizia.
A Quinto di Treviso si è recato anche il governatore del Veneto Luca Zaia, schierandosi con i residenti: “Stanno africanizzando il Veneto. Il governo non deve mandare più nemmeno un solo profugo”, ha affermato. Parole che non hanno fatto altro che soffiare sul fuoco, alimentando la violenza degli abitanti del quartiere. Che oggi gioiscono per l’allontanamento dei migranti. “I primi cinquanta se ne sono andati. Questa è una vittoria della gente e deve costituire un precedente”, si legge sulla pagina Facebook di Forza Nuova Treviso. Che rilancia: “la nostra prossima presenza ad Eraclea, altra città veneta che in questi ultimi giorni continua ad essere martoriata dall’immigrazione selvaggia (60 nuovi “profughi” saranno previsti nelle prossime ore in aggiunta ai 270 già presenti), al fianco dei residenti per un presidio permanente già a partire da domani”. Fa eco il governatore Zaia, che afferma: “Abbiamo portato avanti una richiesta di trasferimento per questi immigrati e anche per quelli di Eraclea. Sono fiducioso del fatto che quanti stanno vivendo in queste ore queste difficoltà abbiano la giusta soddisfazione”. Forse il maggiore rappresentante istituzionale regionale si riferiva a chi, scappato da guerre e persecuzioni, dopo un viaggio estenuante e pericoloso, è stato scortato dalla polizia e accolto da risse e roghi?
E mentre a Quinto di Treviso alcune persone incredibilmente esultano per aver fatto cacciare altre persone, anche Roma diventa teatro di attacchi violenti contro un gruppo di profughi che, su disposizione del prefetto di Roma Franco Gabrielli, avrebbero dovuto essere ospitati nel centro di accoglienza allestito nell’ex scuola Socrate. A Casale San Nicola, sulla via Cassia, durante le operazioni di trasferimento, un gruppo di residenti, sostenuti da membri del movimento di estrema destra CasaPound, si sono scontrati con la polizia, incendiando cassonetti e lanciando pietre. All’arrivo di un furgoncino con diciannove profughi i militanti di CasaPound hanno indossato i caschi andando incontro alle forze dell’ordine, mentre i residenti scandivano slogan. Solo la scorta della polizia ha permesso al furgone di passare, tra insulti e lanci di bottiglie, fino a raggiungere la ex scuola.
“Indignazione per le recenti manifestazioni di intolleranza nei confronti di rifugiati e richiedenti asilo, persone che hanno perso tutto, segnate dalla sofferenza e costrette a fuggire da guerre sanguinose, torture e persecuzioni”, è stata espressa dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “E’ vergognoso e pericoloso – ha affermato Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa – alimentare consapevolmente la retorica xenofoba e razzista nei confronti dei rifugiati, attribuendogli falsi privilegi ed indicandoli come causa di disagio per i cittadini italiani. Chi fugge da guerra e persecuzioni non deve diventare un capro espiatorio”.