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Cronache di ordinario razzismo

Cronache di ordinario razzismo

Cronachediordinariorazzismo.org è un sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato da Lunaria in collaborazione con persone, associazioni e movimenti che si battono per le pari opportunità e la garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti.

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Cittadinanza: cosa prevede il testo di riforma arrivato in Aula alla Camera

30 Giugno 2022

La proposta di riforma della legge sulla cittadinanza licenziata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera è giunta finalmente in Aula che ieri, 29 giugno, ha avviato la discussione sulle linee generali del testo (A.C.105-A). Il testo contiene alcune modifiche rispetto al testo unico iniziale presentato in Commissione.

La proposta giunta in Aula prevede che possa acquistare la cittadinanza italiana il minore straniero nato in Italia che abbia risieduto legalmente in Italia e abbia frequentato regolarmente, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale, su richiesta di un genitore regolarmente residente in Italia. Questo percorso è aperto anche al minore non nato in Italia purché sia arrivato prima dei 12 anni di età.

Qualora la richiesta di cittadinanza non sia stata avanzata da uno dei genitori entro il compimento della maggiore età, i neomaggiorenni stranieri che ne abbiano titolo possono presentare domanda entro due anni dal compimento della maggiore età.

Non sono invece previste modifiche delle modalità di acquisizione della cittadinanza da parte degli adulti.

Che cosa è cambiato

La discussione in Commissione ha positivamente eliminato il riferimento alla residenza “senza interruzioni” del minore, prevista nel testo unificato discusso in Commissione per poter fare domanda di cittadinanza. La difficoltà di dimostrare la continuità della residenza era una delle criticità evidenziate da molte associazioni che avevano richiesto di eliminare tale requisito.

La domanda di cittadinanza dei minori stranieri è effettuata tramite la dichiarazione di volontà di un genitore “legalmente residente in Italia” (e non più di entrambi così come previsto nel testo unificato discusso in Commissione).

Ci sono altre due modifiche significative. Nel Testo in discussione in Aula cinque anni di frequenza continuativa di un ciclo di studi non sono più sufficienti per poter presentare la domanda se si riferiscono alla scuola primaria: in questo caso è richiesto che il ciclo si concluda con un esito positivo.

Quanto ai corsi di formazione professionale, si prevede che tramite Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’istruzione, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano siano “definiti i requisiti essenziali che i percorsi di istruzione e formazione professionale devono possedere ai fini dell’idoneità a costituire titolo per l’acquisto della cittadinanza”.

In sintesi: non tutti i corsi di formazione apriranno le porte alla richiesta della cittadinanza italiana, ma solo quelli che risponderanno ai requisiti definiti nel decreto.

E’ previsto l’obbligo per i Comuni di informare i cittadini residenti stranieri, almeno sei mesi prima del compimento della maggiore età, del loro diritto a richiedere la cittadinanza italiana.

Un regolamento da adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore della nuova legge dovrebbe invece coordinare e riordinare le norme regolamentari in materia.

Le prossime tappe

La discussione del testo in Aula dovrebbe riprendere, salvo ulteriori slittamenti, la prossima settimana. Gli ostacoli all’approvazione definitiva della riforma, che dopo l’eventuale approvazione alla Camera dovrà passare dal Senato, sono molti.

La seduta di ieri ha evidenziato ancora una volta come i gruppi parlamentari che a tutt’oggi non sono disponibili a votare il testo in discussione (Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia) intendano impedire in tutti i modi possibili la sua approvazione.

Intanto le dirette interessate e i diretti interessati seguono il dibattito con attenzione e cercano di farsi sentire, come mostrano le molte iniziative promosse nelle ultime settimane dal movimento Italianisenzacittadinanza e dalla campagna Dalla parte giusta della storia.

Una grande parte della società questa riforma, sia pure imperfetta e con molti limiti, la vuole. Perché e a vantaggio di chi non ascoltarla?

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Filed Under: News, Primo piano Tagged With: cittadinanza italiana, Commissione Affari Costituzionali della Camera, qualifica professionale, richiesta di cittadinanza

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