Cronache di ordinario razzismo
Cronachediordinariorazzismo.org è un sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato da Lunaria in collaborazione con persone, associazioni e movimenti che si battono per le pari opportunità e la garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti.
Il mese di ottobre porta con sé tre appuntamenti targati Parole come pietre: settimana di azione contro fake news, discorsi d’odio e razzismo, progetto promosso da Les Cultures Onlus in collaborazione con Telefono Donna, Renzo e Lucio, Il Grande Colibrì e Dinamo Culturale e pensato proprio per creare occasioni di riflessione intorno a temi fondamentali del nostro presente, dall’hate speech alle fake news, passando per la discriminazione. Un’iniziativa pensata in occasione della XVI settimana di azione contro il razzismo, promossa per lo scorso marzo da UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ma che a causa della pandemia è slittata al mese di ottobre.
Tre serate, quindi, tutte a ingresso libero e in programma alle 21, a partire dall’appuntamento fissato per mercoledì 7 ottobre al Circolo Spazio Condiviso di Calolziocorte. Protagonista, qui, il documentario del 2019 “Allah loves equality”, diretto dall’attivista pakistano naturalizzato italiano Wajahat Abbas Kazmi (coautore anche dell’omonimo libro scritto con Michele Benini). Un lavoro, questo, che parte da una domanda di fondo: si può essere insieme gay e musulmani? Per provare a rispondere ci si avvale, in questo documentario, della testimonianza di persone LGBTQ di un paese a maggioranza musulmana e dotato di una delle legislazioni più repressive in materia di omosessualità: il Pakistan.
Ci si sposta a Lecco, precisamente allo Spazio Teatro Invito, per la seconda proiezione del mese, fissata per martedì 13 ottobre. Si tratta della serata dedicata a “The milky way – Nessuno si salva da solo” di Luigi D’Alife, lavoro uscito quest’anno e che pone al centro la questione dei migranti che tentano quotidianamente di lasciare l’Italia per la Francia, passando, privi di attrezzature adeguate e nel cuore della notte, attraverso l’alta montagna. Siamo tra la Val di Susa e Valle della Clarée: tra piste da sci e turismo, questa manciata di chilometri in linea d’aria diventa interminabile se percorsa sulla neve. Di questo parla una parte degli abitanti delle valli che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte e che racconta, ora, quanto quotidianamente accade lungo i sentieri delle montagne. L’evento è organizzato in collaborazione con Open Arms, Circolo Spazio Condiviso, Qui lecco Libera. Serata a ingresso libero: le donazioni raccolte sosterranno l’attività di salvataggio in mare di Open Arms.
E dopo tematiche fondamentali quali la discriminazione e le migrazioni, venerdì 16 ottobre ci si dà appuntamento nella Sala conferenze di Palazzo delle Paure di Lecco per un evento incentrato su un altro fenomeno della nostra contemporaneità: si tratta, come anticipato, del convegno dedicato a fake news e hate speech. Moderate dalla giornalista lecchese Katia Sala, Noemi Urso e Gabriela Jacomella porteranno un po’ della loro esperienza sul tema e dialogheranno nel tentativo di offrire strumenti per sapersi muovere correttamente tra le notizie in rete. Redattrice editoriale ed esperta di comunicazione, Noemi Urso tiene lezioni su fake news e alfabetizzazione digitale e, come detto, è caporedattrice di BUTAC – Bufale un tanto al chilo, uno dei siti più conosciuti e visitati nel panorama del debunking italiano.
Un’occasione, la serata, per conoscere più da vicino un progetto che conta centinaia di migliaia di visite al mese e collaborazioni autorevoli con il mondo del giornalismo, della divulgazione scientifica e della medicina. Accanto a lei Gabriela Jacomella, giornalista e formatrice che nel 2016 ha fondato Factcheckers, la prima associazione a livello internazionale a occuparsi esclusivamente di educational fact-checking. Policy Leaders Fellow presso la School of Transnational Government dell’Istituto Universitario Europeo, Jacomella è anche parte del team del Centre for Media Pluralism and Media Freedom, sempre all’Istituto Europeo.