Occorre fare ordine, in questi giorni, fra tutte le dichiarazioni deliranti che provengono dal mondo della politica. E’ necessario e doveroso, affinché le informazioni passino chiare e corrette, e soprattutto se ne comprenda a pieno la gravità. Intanto, ieri, si è tenuta, a Palazzo Madama, una conferenza stampa di presentazione di una mozione di Forza Italia per Camera e Senato sull’”emergenza immigrazione”. Il capogruppo per FI al Senato, Paolo Romani, ha dichiarato: «Noi dobbiamo fermare l’invasione, non si tratta più di immigrazione, perché così come avviene è ingestibile. E se necessario dobbiamo farlo anche militarmente. Dobbiamo andare a prendere le barche prima che partano, possiamo affondarle in mare. Abbiamo la forza militare per farlo. Se il governo non intende farlo, spieghi il perché e si prenda le responsabilità».
Lo supporta Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera: «Ormai qualsiasi decisione sulle quote a livello europeo è rinviata a settembre a causa del calendario e della burocrazie europea, ovvero dopo l’alta stagione degli sbarchi; così come ogni decisione di invio di truppe sulle coste sotto l’egida dell’Onu. Per questa ragione noi italiani ce la vedremo da soli. Il Parlamento si riunisca e decida una mozione, mi auguro, a stragrande maggioranza affinché il governo esca dalla passività ed incapacità di affrontare questo problema. La questione – conclude Brunetta – non si risolve con i finanziamenti che Renzi vuole dare ai comuni. Bene hanno fatto i governatori di Liguria, Veneto e Lombardia ad opporre resistenza a questo buonismo imbelle di Renzi che produce soltanto razzismo. Il premier vuole farsi rincorrere con i forconi? Dice agli italiani che il patto di stabilità sarà possibile derogarlo per aprire dei Cie. Noi non lo permetteremo».
A sentire queste dichiarazioni, pare chiara la posizione presa da Forza Italia riguardo al problema della gestione dell’”emergenza” e altrettanto chiaro appare il suo lento “apparentamento” a temi cari ai leghisti. Ma l’invito alle armi non si predispone soltanto nelle Camere. Anche il neoeletto presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, si allinea: «Se l’Onu e l’Ue sono bloccati, se non interviene nessuno, dobbiamo intervenire con strumenti nostri. Non si tratta di invadere la Libia, ma creare campi umanitari sulle coste libiche ed affondare le barche sulle spiagge. L’Italia può intervenire da sola o con chi vuole partecipare: non è mica la prima volta che una coalizione di volenterosi interviene».
Eppure, negli ultimi giorni, diverse testate giornalistiche si sono impegnate a fornire i “numeri” di questa presunta “invasione”, che poi invasione non è. Ma la politica di un certo “tipo”, non perde occasione per rimescolare le carte in tavola, confondere le idee, e gettare fumo negli occhi dei lettori, agitando temi sicuritari e riesumando una soluzione per niente nuova (ricordate le ronde di maroniana memoria?): quella della difesa fai da te. Quella che configurano non è una società civile, ma un far-west senza regola alcuna.