Hanno precedenza negli asili nido i figli di genitori che vivono e lavorano in Veneto da quindici anni. Il consiglio regionale ha infatti approvato la proposta di legge che va a modificare, in modo discriminatorio, la legge regionale sulla disciplina per i servizi educativi alla prima infanzia n.32/1990. Qui il testo della proposta: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pdf/pratiche/10/pdl/PDL_0061/3000_5Ftesto_20licenziato_20da_20commissione.pdf.
La modifica è di matrice leghista, anzi tosiana: i firmatari sono i consiglieri Giovanna Negro e Maurizio Conte, entrambi eletti nella lista di Flavio Tosi. Per loro stessa ammissione si vuole dare così un chiaro segnale politico: “prima i veneti“- come riportato dal quotidiano Corriere della Sera.
Il criterio del reddito Isee, in base al quale venivano assegnati i posti, viene così scavalcato da quello dell’appartenenza geografica. Una misura di cui la consigliera Negro difende la natura pragmatica: “Ci sono genitori che vivono e lavorano in Veneto da sempre che a causa del reddito Isee alto si vedono scavalcati nelle graduatorie per l’accesso ai nidi comunali e per poter mantenere il lavoro sono costretti a pagare rette altissime nei nidi privati. Questo a favore di genitori arrivati qui da qualche anno, con Isee basso, talvolta anche perché uno dei due non lavora” – sempre sul Corriere. Il carattere discriminatorio della riforma è esplicitato nella relazione introduttiva al progetto di legge laddove specifica che “si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un serio legame con il territorio della nostra Regione, vuoi perché vi risiedono da almeno quindici anni, vuoi perché vi lavorano da almeno quìndici anni”. Le esigenze di genitori e bambini da poco residenti in Veneto sarebbero di minor rilevanza rispetto a quelle di chi lì vive stabilmente, è così evidente che la proposta ha lasciato perplessa la componente forzista del consiglio regionale veneto, che si è astenuta nella votazione. Ciò nonostante, la modifica è stata approvata con larga maggioranza.
Negli asili veneti solo il 9% dei posti è effettivamente occupato da bambini di origine straniera. Nei fatti il problema dell’accesso ai nidi comunali in Veneto è reale: “la copertura dei nidi comunali arriva a malapena al 10%, con circa un centinaio di strutture e 4mila posti disponibili. Oltre il 20% dei bambini resta in lista d’attesa”, così riporta Linkiesta. Una politica lungimirante avrebbe cercato la soluzione nell’ampliamento dei posti disponibili, a favore di tutti i cittadini residenti anziché nella limitazione dei diritti di accesso per i bambini stranieri.