Troppo semplice liquidare la strage di Firenze come il gesto di follia di un individuo. La tesi del “caso isolato” la conosciamo bene e non ci convince. Non ci affrettiamo a proporre ricostruzioni di quanto è successo. L’unica cosa che ci sentiamo di dire per ora è che anche un folle sceglie le sue vittime: oggi sono due venditori ambulanti snegalesi Samb Modou, 40 anni, Diop Mor, 54 anni. E venditore ambulante era stato anche l’omicida, un cinquantenne che alcuni siti razzisti non hanno esitato a riconoscere come “uno dei nostri”.
Siamo sicuri che quanto è successo oggi addolora la stragrande maggioranza della popolazione fiorentina e italiana. Ma oggi ancora più di ieri serve una risposta pubblica, la più ampia possibile, forte e chiara, da parte delle istituzioni ma anche da parte della società italiana, da parte nostra.
Il sindaco di Firenze ha proclamato il lutto cittadino per domani, 14 dicembre. Alle 17 incontrerà la comunità senegalese insieme al ministro Ricciardi. Una decisione giusta e dovuta.
La comunità senegalese fiorentina ha convocato una manifestazione per sabato 17 dicembre alle ore 15. Le altre città speriamo promuovano iniziative analoghe che rilancino una riflessione politica e culturale su ciò che ha consentito di arrivare sino a questo punto. Nel 1989 la morte di Jerry Maslo fu all’origine di una grande manifestazione nazionale contro il razzismo. Sarebbe secondo noi una priorità che a Firenze sabato andassimo in tanti e tante.