
Mentre il mondo intero resta con il fiato sospeso e attende gli esiti dei negoziati auspicando una rapida soluzione del conflitto, si moltiplicano a macchia d’olio le iniziative di solidarietà alla popolazione ucraina che conta, ormai, oltre 500mila sfollati secondo i dati forniti dall’Unhcr. Un dato provvisorio, inevitabilmente destinato a crescere. Sono molti i modi in cui si può aiutare la popolazione dell’Ucraina. Ci sono tantissime raccolte locali di farmaci e alimenti a lunga conservazione, ma anche indumenti e coperte; c’è la ricerca di spazi per accogliere dignitosamente i profughi; ci sono delle raccolte fondi destinate alle associazioni che sono rimaste in Ucraina. Non possiamo ricordare qui tutte le iniziative attive sul nostro territorio nazionale, ma proviamo a citarne alcune a titolo di esempio.
Da nord a sud la macchina della solidarietà si è messa in moto. Se si vuole fare una donazione, Croce Rossa Italia, Unicef e Unhcr hanno fatto partire una raccolta fondi per l’invio di beni umanitari: chiamando da rete fissa o inviando un SMS al numero solidale 45525 si può fare una donazione. La Diocesi di Trento, attraverso Caritas Diocesana rilancia una duplice raccolta fondi per rispondere all’emergenza. Un primo filone solidale va a sostegno dei progetti avviati da Caritas Italiana in accordo con le analoghe organizzazioni in Ucraina. Un secondo canale è legato al Tavolo per la solidarietà responsabile, coordinato dal Comune di Trento in collaborazione con numerosi altri enti, tra cui la stessa Caritas diocesana, e si occuperà in particolare dell’accoglienza di nuclei familiari in fuga dalla guerra. L’associazione Soleterre ha avviato una raccolta fondi per garantire medicine agli ospedali ucraini. Il Progetto Arca ha fatto partire alcuni furgoni verso il confine con l’Ucraina per portare aiuti ai profughi.
Anche le compagnie telefoniche sono scese in campo a fianco della popolazione ucraina, mettendo a disposizione dei clienti di nazionalità ucraina in Italia una serie di agevolazioni per comunicare con famiglie e amici. La prima a muoversi in questo senso è stata Tim che mette a disposizione della popolazione ucraina residente in Italia giga illimitati e minuti inclusi per una settimana. Stessa cosa ha fatto Sky, con il suo servizio Sky wifi.
Nel frattempo, in tutta Italia sono stati organizzati tanti centri di raccolta di beni primari e aiuti destinati ai rifugiati ucraini.
Il Consolato generale d’Ucraina a Milano ha pubblicato su Facebook un elenco di indirizzi e di numeri di telefono da contattare per le donazioni. Un altro punto di raccolta importante è in via Meda 50, presso la parrocchia di San Giacomo e Giovanni, un punto di riferimento della comunità ucraina residente a Milano (ottomila persone solo nel capoluogo). E poi c’è l’Associazione Culturale- APS Rinascita Dell’Ucraina.
A Roma, dopo le lunghe file di domenica per lasciare il proprio contributo presso la parrocchia di Santa Sofia in via di Boccea 478, si moltiplicano le raccolte. Tre sono quelle portate avanti direttamente dalla comunità ucraina ed hanno come riferimento di negozi con i colori della bandiera ucraina. I punti di raccolta si trovano a Montesacro, in via Nomentana 633a, a Primavalle via Enio Bonifazi 8a e Subaugusta in via Sestio Calvino 32.
Anche a Bologna, sono due, al momento, i principali centri di raccolta di beni di prima necessità e prodotti sanitari; qui confluiscono i beni raccolti nelle comunità dai volontari e dalle associazioni (come la Fanep, che invita a donare soprattutto farmaci e prodotti di primo soccorso da consegnare alla chiesa ucraina). Uno è presso la chiesa di San Michele dei Leprosetti a Bologna, il riferimento religioso e culturale della comunità cattolica ucraina in città (vicolo Broglio 1). L’altro è l’azienda Belinterport di Castenaso (info 320/7228505).
La comunità ucraina di Napoli, grazie al supporto della chiesa cattolica di rito bizantino di Santa Maria della Pace (sita in Via dei Tribunali, 227, Napoli), ha dato il via a una catena di solidarietà che ha fatto il giro dei social ed ha riempito tanti furgoni, tir e minivan, tanto in città quanto in provincia.
L’associazione Italo-Ucraina di Puglia e Basilicata ha aperto, in via Giulio Petroni 21/D a Bari, il punto di aiuto umanitario ufficiale per raccogliere beni di prima necessità, medicine e attrezzature di primo soccorso, coperte e alimenti a lunga conservazione destinati ai cittadini ucraini rifugiati al confine con la Polonia. Un punto di raccolta anche a Matera e a Potenza.
A Catania, l’associazione Agorà, da un lato, e Arti Grafiche Leonardi, presso il suo negozio di via Plebiscito 646, hanno promosso una raccolta di beni. Anche l’Associazione italo-ucraina “I Nuovi Confini Onlus”, in via Giaconia 4, sta raccogliendo beni da mandare in Ucraina “per curare i feriti, perché le farmacie sono vuote”. E poi c’è la Caritas di Catania che, al momento, aderisce all’iniziativa di Caritas Italiana che si è attivata per fornire gli aiuti necessari alla popolazione ucraina, attraverso una raccolta fondi.
Le iniziative di solidarietà sono attive e numerose anche nei piccoli centri.
L’invito è a cercare la rete locale più vicina e a capire direttamente con gli attivisti quali possano essere le necessità del momento, sulla base dell’evoluzione della situazione. Resta comunque un punto fermo il fatto che ogni piccolo gesto di aiuto è di fondamentale importanza in questo momento.