23-01-2018, Rimini(RN) - Emilia-Romagna
Alessandro Bertuccioli, 39 anni, titolare di un’officina meccanica, appone sul portone della sua attività, stampandola a chiare lettere su un cartello ben visibile, come se fosse l’insegna, la frase «Arbeit macht frei». Di fronte a chiunque chieda spiegazioni per il suo gesto, Bertuccioli alza le spalle: «Io del nazismo non so nulla, sono nato nel 1979 e non ho una minima idea di cosa sia stato. Quel cartello è affisso da un mese e mezzo. Io rispetto tutti, neri e bianchi, non sono razzista. Non conosco quella storia, non so dove sia e cosa sia Auschwitz. Quella frase mi piace per il suo significato, “Il lavoro rende liberi”. Penso sia vero». L’amministrazione comunale annuncia di «valutare azioni in sede civile, a fronte del danno d’immagine che quel cartello arreca ad una città medaglia d’oro per la Resistenza». L’uomo rimuove il cartello, ma si dichiara non pentito.
Comune | Provincia | Regione | Fonte | Atti | Violenze verbali | Propaganda | Manifestazioni Razziste |
Rimini | RN | Emilia-Romagna | Corriere.it | Violenze verbali | Propaganda razzista | Scritte, striscioni, volantini e manifesti razzisti | |
Violenze fisiche | Danni proprietà | Discriminazioni istituzionali | Moventi | Ambiti | Tipologia autore | Gruppi | Attori istituzionali |
Appartenenza religiosa | Vita pubblica | ||||||
Attori amministrativi | Partiti | Età attori | Età vittime | Genere vittima | Gruppo Bersaglio | Nazionalità | Area |
Adulto 30-65 anni | Ebrei | Società |