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Cronache di ordinario razzismo

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Brescia: la (dis)avventura infinita del bonus bebè

14 Gennaio 2013

L’ultima sentenza – la settima – emessa il 10 gennaio scorso dal Tribunale di Brescia relativa al cosiddetto bonus bebè ha condannato il Comune al pagamento di circa 37.000 euro.

Quella del “bonus bebè” è una vicenda nata nel 2008: allora, la giunta bresciana, in quota Pdl-Lega Nord, approvò lo stanziamento di 1,2 milioni di euro, destinati ai soli figli nati o adottati da genitori di cittadinanza italiana.

A gennaio 2009, però, il tribunale di Brescia accolse un’azione civile anti-discriminazione, presentata dall’ASGI in collaborazione con la Cgil e con quattro genitori di origine straniera: il giudice ordinava la cancellazione del requisito di cittadinanza. Ma il sindaco piuttosto che estendere il bonus bebè a tutti i residenti, con la delibera 46 del 30 gennaio 2009 annullò quella precedente, revocando totalmente il contributo e motivando tale scelta proprio con l’impossibilità di perseguire la finalità di aiuto ai soli cittadini italiani. Niente bonus bebè, quindi, per nessuno.

A tale decisione fece seguito un altro ricorso, che accusava il sindaco di ritorsione: ancora una volta il ricorso fu accolto, con l’ordine per il Comune di ripristinare il contributo, ai sensi dell’art. 4bis Dlgs 215/03, che vieta i comportamenti ritorsivi. Nel dicembre 2010 la giunta fu così costretta a dare esecuzione alla prima ordinanza, versando un milione e 140mila euro a 540 cittadini stranieri e 600 italiani che ne avevano fatto domanda, così elargendo, tra l’altro, una somma totale inferiore a quanto il Comune aveva inizialmente stanziato per i soli italiani (un milione e 200mila euro).

Ma la vicenda giudiziaria non si fermò: il sindaco portò avanti un reclamo in Corte d’Appello, che fu bocciato. Dopo tale bocciatura, l’Amministrazione presentò un ulteriore ricorso sul merito al Tribunale ordinario: anche in questo caso, il Comune incassò una risposta negativa. Ma anche questa ennesima bocciatura giudiziaria non riuscì a fermare il sindaco, che chiese alla Cassazione di annullare l’intero procedimento e affidarlo al giudice amministrativo. L’istanza fu ancora una volta respinta (come abbiamo riportato: https://www.cronachediordinariorazzismo.org/2011/03/332011-brescia-bs/): il processo riprese esattamente davanti allo stesso giudice che nel 2010 aveva obbligato il Comune a pagare il bonus a tutti i residenti che ne avessero avuto diritto. E il 10 gennaio 2013 è arrivata la sentenza, che ha disposto il risarcimento di 15mila euro all’Asgi e 3mila euro a ognuno dei quattro cittadini stranieri, per “danno da discriminazione” nonché il pagamento delle spese legali per 8mila 500 euro: “solo in questa battuta, l’ostinazione ideologica del sindaco è costata più di 37 mila euro alle casse comunali”, afferma in una nota la Cgil.

“Soldi sperperati in una lotta ideologica per uno scontro giuridico che il Comune aveva perso già nel 2010», dichiara il segretario della Cgil di Brescia Damiano Galletti, che individua le maggiori responsabilità nel sindaco: «Poteva fermarsi dopo un paio di giudizi in tribunale. Invece continua, e questo mentre la sua giunta fa la campagna contro i morosi nelle mense, taglia l’assistenza agli anziani o il servizio di trasporto per le terapie riabilitative dei bimbi disabili». Galletti si dice “soddisfatto per il fatto che sia stato riconosciuto il danno morale per i ricorrenti”, ma allo stesso tempo sottolinea l’aspetto economico, che si ritorcerà sui contribuenti bresciani: “È grave e sconcertante il modo con il quale il sindaco sta continuando a spendere soldi pubblici in modo improprio”.

Ad oggi, per le spese legali sostenute il Comune ha versato una cifra decisamente consistente, che si attesta intorno ai 60.000 euro, cifra lievitata anche per la scelta della giunta di affidarsi a studi legali esterni e non d’ufficio.

Il sindaco Adriano Paroli, da parte sua, non nasconde il proprio rammarico per la sentenza: “A fronte di innumerevoli interventi esclusivamente rivolti a cittadini stranieri, credevo si potesse realizzarne uno almeno per una volta in favore dei cittadini italiani bresciani, riguardo uno specifico loro problema: il crollo della natalità”. Speriamo, per le casse dei cittadini bresciani, e per il rispetto della giustizia che dovrebbero avere le istituzioni, che la vicenda si fermi qui.

Leggi la sentenza: http://www.asgi.it/public/parser_download/save/tribunale_brescia_10012013.pdf

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Filed Under: News

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