21-11-2008, Brescia(BS) - Lombardia
La Giunta comunale, guidata dal sindaco Adriano Paroli (coalizione Pdl- Lega Nord), con la delibera n. 52053, istituisce un contributo di mille euro per ogni nuovo nato (c.d. "bonus bebè"), con l'espressa finalità di far fronte al problema della "bassa natalità" nelle famiglie cittadine meno abbienti, ponendo pertanto in essere le condizioni, oltre a quelle dei limiti di reddito, che almeno un genitore sia cittadino italiano e residente da non meno di due anni nel comune. Quattro cittadini stranieri (un bengalese, un pachistano, un algerino e un cingalese), con l'aiuto dell'Asgi, presentano un ricorso contro la delibera discriminatoria nei confronti dei cittadini stranieri residenti. Comincia qui una battaglia legale che vede il sindaco condannato per ben sette volte. Il Tribunale di Brescia, sezione Lavoro, con l'udienza del 26 gennaio 2009, accoglie il ricorso e dichiara discriminatorio il comportamento del Comune, ordinando di rimuovere il requisito discriminante e di posticipare i termini di presentazione delle domande. Inoltre, il giudice condanna il Comune a pagare ai ricorrenti il cosiddetto "bonus bebè". Successivamente, la Giunta comunale, con la delibera del 30 gennaio 2009, revoca il beneficio anche ai cittadini italiani, e il giudice la condanna nuovamente, questa volta, per "comportamento ritorsivo", con conseguente ordine di attribuire il beneficio a tutti, italiani e non (ordinanza del 12 marzo 2009). Il procedimento giunge ad una definizione con la sentenza n. 2/2013 del 10 gennaio 2013. Questa volta, il Giudice censura il "comportamento dilatorio posto in essere dall'amministrazione che ha prolungato gli effetti della condotta discriminatoria" (tanto che ancora oggi il bonus è attribuito "con riserva di ripetizione"). Al Comune viene ingiunto di liquidare, come risarcimento per "danno da discriminazione", a ciascuno degli stranieri ricorrenti la somma di euro 3.000,00 ciascuno e all'Asgi "un più ampio risarcimento, espressivo della lesione alla generalità dei consociati", liquidato in euro 15.000.
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