Il 22 marzo, intorno alle 19, in una traversa di via Trieste a Rimini, davanti al supermercato A&O di viale Nazario Sauro, un 39enne italiano, nato a Roma ma residente a Rimini, aggredisce violentemente un richiedente asilo nigeriano di 25 anni, che spesso aiuta a svuotare i carrelli in cambio di qualche moneta. Prima lo insulta con frasi razziste (lo avrebbe apostrofato con frasi come “Negro di m…, torna a casa tua”), poi lo prende a pugni, ed infine estrae un coltello e lo colpisce all’addome. Quando il giovane nigeriano tenta di fuggire e di mettersi in salvo, l’aggressore sale in auto, lo insegue e cerca più volte di investirlo e di schiacciarlo contro due furgoni parcheggiati in strada, per poi andarsene lasciandolo a terra esanime.
Dopo l’accaduto, l’aggressore, con diversi precedenti, viene rintracciato e arrestato per tentato omicidio aggravato da futili motivi e da “motivi razziali”. In macchina, gli agenti ritrovano il coltello ancora sporco di sangue usato per ferire il ragazzo.
Il giovane riporta fratture multiple, la milza spappolata e varie emorragie interne. Fortunatamente supera la notte, ed ora si trova ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Infermi. Le sue condizioni sono critiche ma stabili, come riportano i medici, che tuttavia non sciolgono ancora la prognosi.
Nell’attesa snervante di conoscere le condizioni del giovane nigeriano, il Comune, in una nota stampa, propone “di organizzare nei prossimi giorni una grande manifestazione antirazzista … per dare voce a quella Rimini che lavora per l’inclusione e la convivenza”. Mentre il questore di Rimini, Maurizio Improta, esprime la sua solidarietà per quanto accaduto e dichiara di voler valutare il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Unanime la condanna del mondo politico locale. Anche se, oggi, come l’estate scorsa a Fermo, e come in tanti altri casi di violenza simili, non basta e non è sufficiente indignarsi, ma è necessario reagire.