Nel suo pezzo, pubblicato ieri sulle colonne de il Manifesto, Sandro Mezzadra scrive: “Ventimiglia è un luogo emblematico di molte dimensioni della crisi che stiamo vivendo (…) Si collega in primo luogo alle lotte dei migranti, nei campi e nelle città, nei centri di detenzione e nei magazzini della logistica; si collega alla rabbia per l’omicidio di Soumaila Sacko, ai cortei con lo slogan #primaglisfruttati a Roma e a Reggio Calabria (il 16 e il 23 giugno), ma anche alle città solidali che da Palermo a Napoli, da Barcellona a Berlino chiedono a gran voce l’apertura di porti e frontiere. Si collega più in generale ai movimenti e alle lotte di tutti coloro che rifiutano di vedere rinchiuse le loro vite, i loro sogni e i loro desideri nella prigione della nazione“. Il Progetto 20K ha chiamato a una grande manifestazione a Ventimiglia, il 14 luglio (clicca qui per leggere il testo dell’appello). Una data simbolica non solo in Francia. È la prima manifestazione attorno a un confine in Italia da quando si è insediato il nuovo governo. Potrebbe trattarsi di una buona occasione per cominciare a mettere in campo le forze necessarie a contrastare le politiche attuali in materia di immigrazione (inclusi la militarizzazione del Mediterraneo e i processi di “esternalizzazione”). Ventimiglia è solo una sorta di “inizio” oppure un punto di “ripartenza”. L’auspicio di Mezzadra è di “passare dalla resistenza e dalla solidarietà all’affermazione di un altro modo di cooperare, di lottare e di vivere insieme”.
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